All'estero tutti si sono domandati per anni cosa fosse
successo al nostro paese, guidato da una personalità tanto attratta
dal comando, quanto poco disposta ad indossare panni da statista. Le
corna fatte in una foto di gruppo istituzionale, la telefonata
mentre Merkel aspettava basita, il famoso e sgradevole a dirsi
bunga-bunga, le amicizie cafone e chi più ne ha più ne metta, sono
state vissute con divertimento solo da chi sottovaluta il valore
dello “ stile” in chi è chiamato a decidere per una nazione.
Come e più del solito in questo caso la forma è sostanza.
Da troppo tempo il nostro paese è prigioniero di interessi singolari, di posizioni di rendita, di categorie gelose di privilegi acquisiti che non si vogliono mollare, costi quel che costi. E tutto questo tende a permanere mentre l'Europa e il mondo sono scossi da trasformazioni epocali. Il '900 ha portato via con sé un mondo straordinariamente diverso dall'attuale. Quando si dice globalizzazione non si pensa mai abbastanza al suo significato. Oggi le nostre vite non sono più all'interno di perimetri cittadini o nazionali. Oggi il perimetro è il mondo.
Il mercato e la finanza, in tutto ciò, producono effetti complessi e bisognosi di altrettanto complesso governo. A noi poveri mortali non resta che cercare di confidare nel buon senso e nella perizia di chi ha il compito di prendere decisioni. Del bellissimo discorso fatto dal professor Monti, ora capo del Governo, ho condiviso con emozione tutto. Un passaggio, tuttavia, mi è sembrato particolarmente apprezzabile. E' stato quando ha sottolineato l'ingiustizia del sentimento di antipolitica che ci caratterizza da tempo.
Come lui ritengo che la società civile non sia migliore della classe politica. Leggendo oggi quanto scritto nell'articolo intitolato” Paolucci(Uil):con reintroduzione Ici tassa da 56 euro per i reatini” ne ho avuto ulteriore conferma. Mi domando come sia possibile che un sindacalista scriva cose del genere. L'abolizione dell'Ici sulla prima casa, (tassa presente in tutta Europa), è stata una scelta tanto demagogica quanto sciagurata. Ha prodotto l'impoverimento dei comuni, costretti quasi tutti ad operazioni “ creative” di bilancio per poter soddisfare il mantenimento di servizi pubblici.
Ha accelerato la devastazione ambientale, visto che quasi tutti i comuni hanno fatto uso dello strumento urbanistico per fare cassa. E se il sindacalista non se ne fosse accorto, il Governo è caduto non perchè avesse avuto la sfiducia o fosse andato in minoranza. E' semplicemente stato sostituito dal Presidente della Repubblica, il cielo ce lo conservi, perchè ritenuto non all'altezza del compito di governare la crisi galoppante di cui tutti ormai hanno contezza.
Senza piagnistei dovremo tutti accettare ragionevoli ed equi sacrifici. Dovremo farlo per senso di responsabilità e per la consapevolezza che l'alternativa è la recessione, ovvero la caduta nella povertà innanzi tutto di quelli di cui oggi sembra preoccuparsi il sindacalista. Fossi in Paolucci mi preoccupere, piuttosto, del tracollo della Ritel e dei tanti totem che bloccano la riforma del diritto del lavoro. E penserei alle centomila ritel italiane che l'ottimismo e la demagogia berlusconiana ha prodotto. Non è più il tempo di sortite speciose.