“ Oportet
ut scandala eveniant”. Evangelicamente parlando, talvolta è
necessario creare lo scandalo se si vuole risolvere un problema.
Quindi ha fatto bene l'assessore Pariboni ad esporre quanto sta
avvenendo col mattatoio comunale. Il problema è la fine che deve
fare una struttura pubblica al centro dell'ennesimo scontro interno
alla maggioranza comunale, ma sullo sfondo c'è quello, ben più
grave, di una amministrazione azzoppata e di una sindacatura a guida
Petrangeli che, nonostante le buone intenzioni, rischia di
danneggiare pesantemente una città già in ginocchio.
Dopo
un paio di giorni spesi a capire torti, ragioni e responsabilità,
cercando di risalire ad una impossibile verità sui motivi per cui si
è deciso di esternalizzare un servizio delicato come è quello
svolto da un mattatoio, coniugando la ricerca del risparmio con
obiettivi di tipo sociale, ne ho tratto solo una certezza: le
stranezze, le spaccature all'interno della maggioranza comunale, la
tracimante invasività di una segretaria generale che forse prende
troppo alla lettera il termine “generale”, rendono tutto
irrimediabile.
E'
irrimediabile il cattivo funzionamento di una macchina burocratica
ferita da troppi eventi giudiziari, provvedimenti amministrativi,
risentimenti, ripicche, incapacità a creare un clima di contesto
motivante per le persone, dipendenti che ormai tremano anche nel
mettere una firma. E' irrimediabile la tensione che negli uffici e
tra le componenti della maggioranza politica si taglia col coltello.
Tutti contro tutti, mentre qualcuno lavora come può, senza soldi e
tra mille difficoltà. Ma sono due, non di più ( Di Paolo e
Mariantoni, tanto per fare nomi)
In
una situazione del genere, con una macchina tanto ingolfata, con un
debito caricato sulle spalle sempre più strette e disilluse dei
cittadini, nemmeno un Fangio redivivo potrebbe sperare di conquistare
un traguardo. E ormai Petrangeli sta dimostrando di essere ben
lontano dalla statura di un campione. Lo dico con dispiacere, ma così
appare. E' questo che impedisce di trovare soluzioni ad un problema
di relativa difficoltà come può essere quello del Mattatoio. Va da
sé che per quelli più seri quello che si prospetta è ben peggio.
Ma
per entrare nel tema mattatoio, occorre partire da diversi mesi fa,
quando ragioni di imprecisato bilancio hanno imposto il problema di
cosa fare del servizio comunale deputato alla macellazione degli
animali. Dico imprecisato, in quanto, stando all'assessore alle
Attività Produttive Emanuela Pariboni, intralciata nella sua
attività dal continuo ruotare dei dirigenti ( ma forse anche da una
personale difficoltà a ricoprire un ruolo a cui si richiede
coraggio, autorevolezza e forza di iniziativa), non si è mai
arrivati a definire esattamente il costo dei servizi di gestione, né
l'ammontare del disavanzo della struttura, per discrepanze sui dati
tra i due dirigenti Cricchi e Dionisi. Per il primo la situazione è
meno grave di quella prospettata dal secondo.
Va
da sé che è difficile assumere decisioni senza una buona
collaborazione con dirigenti e con le componenti della Giunta. E se
non si lavora in sintonia il risultato difficilmente è quello buono.
Così, mentre l'assessore Pariboni avrebbe percorso la via del
risanamento economico, della ottimizzazione delle spese ( ad esempio
smaltire gli scarti come biomasse), dell'offerta di altri servizi (
ad esempio il lavaggio dei camion) per mantenere la qualità del
servizio, dell'offerta e la non penalizzazione delle professionalità
operanti nel mattatoio, dopo un tira e molla di carteggi, il 30
Dicembre scorso il Comune ha deliberato per l'esternalizzazione.
D'accordo,
si dirà che esternalizzare di per sé non è un male. Vero, ma se si
decide di affidare un servizio tanto delicato e complesso, come
quello di un mattatoio, ad una cooperativa sociale di tipo B,
ignorando le difficoltà che si creano a lavoratori “ veri”, nel
senso di professionalmente attrezzati, e già operanti, per un certo
tipo di lavoro e di servizio, tanto quanto quelle create agli
utenti/clienti, bene non è.
Soprattutto,
se si dice ai lavoratori “ veri” che l'esternalizzazione sarà
preceduta da un bando al quale potranno partecipare se si
organizzeranno in cooperativa. Cosa che faranno, per poi scoprire che
la tipologia di cooperativa “punto e basta” non andava bene,
perchè il bando parlava solo di cooperativa di tipo B e, guarda
caso, la scadenza coincideva esattamente con il giorno in cui sarebbe
nata la cooperativa “punto e basta”. La fine è nota:
l'affidamento è andato, diretto e senza ostacoli, alla cooperativa
sociale di tipo B. E se i lavoratori “ veri” lo vorranno potranno
continuare a lavorare nel mattatoio facendone parte.
E'
non da dire che, con i chiari di luna che abbiamo, perdere un lavoro
val bene una resa. E qualcuno o molti, alla fine, obtorto collo, si
adatteranno a dipendere non dal Comune ma da un presidente di
cooperativa sociale di tipo B.
Ma
cosa sono queste cooperative? Sono aziende non profit, senza scopo di
lucro, finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate
come “ gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti
di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i
tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in
situazioni di difficoltà familiari condannati ammessi alle misure
alternative alla detenzione ( previste dagli articolo47, 47-bis,
47-ter e 48 della Legge 26 luglio 1975, n.354. Come modificati dalla
legge 10 ottobre 1986, n.663).
Non
serve un grande acume per chiedersi: ma che ci azzecca la gestione di
un mattatoio con una cooperativa che ha specifiche e peculiari scopi
sociali? E come può un mattatoio gestito da una cooperativa di
questo tipo usare il Bollo CEE per l' indicazione di origine
protetta, che l'Europa consente per alimenti prodotti in condizioni
di massima “reputazione”? Oggi il Bollo è sotto la
responsabilità della dottoressa De Angelis Daniela, addetta
all'autocontrollo ed anagrafe bovina e non troppo convinta di
accettare la resa.
E'
difficile capire il perchè di una simile decisione. Si possono fare
ipotesi. C'erano le famose borse lavoro da sistemare e si è pensato
di salvare capra e cavoli. Quando manca la vera trasparenza restano
solo le domande. Ad esempio, perchè il sindaco Petrangeli non ha mai
risposto ai fax inviati dai due sindacalisti della Cisl e della Uil?
E come può un sindaco di Sel, informato dello scontro tra le due
cooperative (alla presenza della Digos), arrivate per lavorare (
già, perchè la documentazione riguardante l'esternalizzazione non è
ancora all'albo pretorio. Sembra manchi la firma di...non si sa chi
la deve firmare), come può, ripeto, domandare :” Cosa c'entrano i
sindacati con i lavoratori atipici”?
“ Oportet
ut scandala eveniant”. Evangelicamente parlando, talvolta è
necessario creare lo scandalo se si vuole risolvere un problema.
Quindi ha fatto bene l'assessore Pariboni ad esporre quanto sta
avvenendo col mattatoio comunale. Il problema è la fine che deve
fare una struttura pubblica al centro dell'ennesimo scontro interno
alla maggioranza comunale, ma sullo sfondo c'è quello, ben più
grave, di una amministrazione azzoppata e di una sindacatura a guida
Petrangeli che, nonostante le buone intenzioni, rischia di
danneggiare pesantemente una città già in ginocchio.
Dopo
un paio di giorni spesi a capire torti, ragioni e responsabilità,
cercando di risalire ad una impossibile verità sui motivi per cui si
è deciso di esternalizzare un servizio delicato come è quello
svolto da un mattatoio, coniugando la ricerca del risparmio con
obiettivi di tipo sociale, ne ho tratto solo una certezza: le
stranezze, le spaccature all'interno della maggioranza comunale, la
tracimante invasività di una segretaria generale che forse prende
troppo alla lettera il termine “generale”, rendono tutto
irrimediabile.
E'
irrimediabile il cattivo funzionamento di una macchina burocratica
ferita da troppi eventi giudiziari, provvedimenti amministrativi,
risentimenti, ripicche, incapacità a creare un clima di contesto
motivante per le persone, dipendenti che ormai tremano anche nel
mettere una firma. E' irrimediabile la tensione che negli uffici e
tra le componenti della maggioranza politica si taglia col coltello.
Tutti contro tutti, mentre qualcuno lavora come può, senza soldi e
tra mille difficoltà. Ma sono due, non di più ( Di Paolo e
Mariantoni, tanto per fare nomi)
In
una situazione del genere, con una macchina tanto ingolfata, con un
debito caricato sulle spalle sempre più strette e disilluse dei
cittadini, nemmeno un Fangio redivivo potrebbe sperare di conquistare
un traguardo. E ormai Petrangeli sta dimostrando di essere ben
lontano dalla statura di un campione. Lo dico con dispiacere, ma così
appare. E' questo che impedisce di trovare soluzioni ad un problema
di relativa difficoltà come può essere quello del Mattatoio. Va da
sé che per quelli più seri quello che si prospetta è ben peggio.
Ma
per entrare nel tema mattatoio, occorre partire da diversi mesi fa,
quando ragioni di imprecisato bilancio hanno imposto il problema di
cosa fare del servizio comunale deputato alla macellazione degli
animali. Dico imprecisato, in quanto, stando all'assessore alle
Attività Produttive Emanuela Pariboni, intralciata nella sua
attività dal continuo ruotare dei dirigenti ( ma forse anche da una
personale difficoltà a ricoprire un ruolo a cui si richiede
coraggio, autorevolezza e forza di iniziativa), non si è mai
arrivati a definire esattamente il costo dei servizi di gestione, né
l'ammontare del disavanzo della struttura, per discrepanze sui dati
tra i due dirigenti Cricchi e Dionisi. Per il primo la situazione è
meno grave di quella prospettata dal secondo.
Va
da sé che è difficile assumere decisioni senza una buona
collaborazione con dirigenti e con le componenti della Giunta. E se
non si lavora in sintonia il risultato difficilmente è quello buono.
Così, mentre l'assessore Pariboni avrebbe percorso la via del
risanamento economico, della ottimizzazione delle spese ( ad esempio
smaltire gli scarti come biomasse), dell'offerta di altri servizi (
ad esempio il lavaggio dei camion) per mantenere la qualità del
servizio, dell'offerta e la non penalizzazione delle professionalità
operanti nel mattatoio, dopo un tira e molla di carteggi, il 30
Dicembre scorso il Comune ha deliberato per l'esternalizzazione.
D'accordo,
si dirà che esternalizzare di per sé non è un male. Vero, ma se si
decide di affidare un servizio tanto delicato e complesso, come
quello di un mattatoio, ad una cooperativa sociale di tipo B,
ignorando le difficoltà che si creano a lavoratori “ veri”, nel
senso di professionalmente attrezzati, e già operanti, per un certo
tipo di lavoro e di servizio, tanto quanto quelle create agli
utenti/clienti, bene non è.
Soprattutto,
se si dice ai lavoratori “ veri” che l'esternalizzazione sarà
preceduta da un bando al quale potranno partecipare se si
organizzeranno in cooperativa. Cosa che faranno, per poi scoprire che
la tipologia di cooperativa “punto e basta” non andava bene,
perchè il bando parlava solo di cooperativa di tipo B e, guarda
caso, la scadenza coincideva esattamente con il giorno in cui sarebbe
nata la cooperativa “punto e basta”. La fine è nota:
l'affidamento è andato, diretto e senza ostacoli, alla cooperativa
sociale di tipo B. E se i lavoratori “ veri” lo vorranno potranno
continuare a lavorare nel mattatoio facendone parte.
E'
non da dire che, con i chiari di luna che abbiamo, perdere un lavoro
val bene una resa. E qualcuno o molti, alla fine, obtorto collo, si
adatteranno a dipendere non dal Comune ma da un presidente di
cooperativa sociale di tipo B.
Ma
cosa sono queste cooperative? Sono aziende non profit, senza scopo di
lucro, finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate
come “ gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti
di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i
tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in
situazioni di difficoltà familiari condannati ammessi alle misure
alternative alla detenzione ( previste dagli articolo47, 47-bis,
47-ter e 48 della Legge 26 luglio 1975, n.354. Come modificati dalla
legge 10 ottobre 1986, n.663).
Non
serve un grande acume per chiedersi: ma che ci azzecca la gestione di
un mattatoio con una cooperativa che ha specifiche e peculiari scopi
sociali? E come può un mattatoio gestito da una cooperativa di
questo tipo usare il Bollo CEE per l' indicazione di origine
protetta, che l'Europa consente per alimenti prodotti in condizioni
di massima “reputazione”? Oggi il Bollo è sotto la
responsabilità della dottoressa De Angelis Daniela, addetta
all'autocontrollo ed anagrafe bovina e non troppo convinta di
accettare la resa.
E'
difficile capire il perchè di una simile decisione. Si possono fare
ipotesi. C'erano le famose borse lavoro da sistemare e si è pensato
di salvare capra e cavoli. Quando manca la vera trasparenza restano
solo le domande. Ad esempio, perchè il sindaco Petrangeli non ha mai
risposto ai fax inviati dai due sindacalisti della Cisl e della Uil?
E come può un sindaco di Sel, informato dello scontro tra le due
cooperative (alla presenza della Digos), arrivate per lavorare (
già, perchè la documentazione riguardante l'esternalizzazione non è
ancora all'albo pretorio. Sembra manchi la firma di...non si sa chi
la deve firmare), come può, ripeto, domandare :” Cosa c'entrano i
sindacati con i lavoratori atipici”?
Così
mi racconta sconsolato il sindacalista della Cisl, Marroni, mentre
dice di non capire il perchè il sindaco abbia scelto la via della
cena tra la Cooperativa di tipo B e qualcuno della cooperativa di
lavoratori “veri”, per cercare di favorire l'accordo. Non sarebbe
stato meglio scegliere la trasparenza che produce un confronto?
Domande.