Ha straragione Andrea Cecilia,
ingegnere e assessore della nuova maggioranza comunale, quando dice
che l'urbanistica non è solo edilizia. Ricordarlo serve e come in un
paese come l'Italia ed in un territorio come quello reatino, dove da
decenni si sacrifica l'ambiente alle esigenze del mercato delle
costruzioni, considerando il saccheggio di suolo la colonna portante,
quasi unica, di quello economico. Un sacrificio senza sacralità e
senza altra prospettiva che l'accumulo forsennato di guadagni e di
cubature ormai in esubero rispetto ai bisogni demografici.
Ha ragione l'assessore Cecilia a
sostenere una urbanistica pensata come recupero del tessuto urbano
ed è sacrosanto che un amministratore si preoccupi del futuro di una
città abbandonata da troppo tempo all'ingordigia di un Moloch senza
prospettive e qualità, come è il settore edilizio. Un Moloch
sempre in marcia e senza indirizzo, avendo ai suoi comandi la
politica.
‘Il
paesaggio rappresenta una cartina di tornasole, un test per intendere
come il cittadino vive se stesso in rapporto all´ambiente e alla
comunità che lo circondano”,dice
Salvatore Settis, archeologo, storico dell'arte e giurista, in una
intervista. Che rapporto ha il reatino con il suo ambiente? Da troppo
tempo di puro opportunismo . Ogni spazio è vissuto come vuoto da
riempire, invece che da valorizzare. Si agisce come se esistesse solo
un dissennato presente. Un presente miope, spiccio, indifferente alla
qualità ed incapace di pensare alle generazioni future.
Quanta gratitudine e rispetto proviamo
difronte alla bellezza delle città rinascimentali? Quanto orgoglio
nutriamo nell'attraversare piazze e vie rese immortali dall'amore per
il bello che ne hanno guidato la realizzazione e che ci fanno
ammirare dal mondo? E quali sentimenti proveranno i nostri pronipoti
nei confronti dei brutti quartieri dove vivranno e di anonimi spazi
rubati alla natura? Ogni volta che si agisce in modo invasivo nei
confronti dell'ambiente, del paesaggio e della fisionomia urbana
bisognerebbe chiederselo.
Ha ragione l'assessore Cecilia,
l'urbanistica deve puntare al recupero ed alla riqualificazione di
quartieri obsoleti e delle aree dismesse. Soprattutto, ha ragione nel
dire che l'urbanistica non può prescindere dall'idea generale di
città, dalle attività produttive e dallo sviluppo che si vogliono
favorire. Se l'idea di città è quella a cui sta lavorando
l'assessore all'ambiente Ubertini, la eco compatibilità dovrebbe
essere la caratteristica fondante della nuova urbanistica reatina.
Una urbanistica attenta all'uso
razionale delle fonti rinnovabili e dell'energia, disegnata per un
territorio dove si favorisce la promozione della green economy in
tutte le declinazioni possibili . Dove si incentivano produzioni
nuove, come quella della coltivazione del luppolo, materia prima
necessaria alle due aziende d'eccellenza produttrici di birra della
nostra provincia: quella di “ Alta quota”, di Cittareale, reduce
da un recente successo ottenuto al Salone del gusto di Torino grazie
alla birra spalmabile, realizzata in collaborazione con la
Cioccolateria di Napoleone di Rieti, e quella di Borgorose, “ Birra
del borgo”.
Un territorio dove il turismo può
diventare realisticamente concorrenziale grazie ad un Terminillo che
diviene parco e che ammoderna le sue infrastrutture sciistiche, oltre
che ad una storia francescana messa a sistema e capace di renderci
unici ed attrattivi, nonostante la povertà delle infrastrutture
viarie, creando lavoro. La recente indagine del Sole24Ore ci vede
come provincia al 101nesimo posto su 107 per appeal turistico.
Inutile recriminare e perdere tempo ad inseguire le responsabilità.
Quello che conta è che da uno stato tanto miserabile si esca al più
presto.
Alla
luce di quanto detto, ha ragione l'assessore Cecilia anche a non
essere convinto dai programmi integrati realizzati dopo un bando
della precedente amministrazione, considerando che sarebbe la
continuazione di ciò che è stato: cementificazione e degrado di
una città trattata come generica periferia, invece che come storica
città capace di custodisce e valorizzare i suoi tratti identitari.
Ha torto, però, l'assessore, lo dico
con il rispetto che merita una persona prestata da poco alla politica
e sicuramente competente e desiderosa di far bene, a non comprendere
le esigenze di coloro che, rispondendo ad un bando comunale di ieri,
oggi vorrebbero conoscere al più presto che fine faranno i progetti
per cui stipularono con le banche contratti di fideiussione, oltre
che le prospettive del loro settore produttivo, a detta di tutti in
crisi.
E
sarebbe utile sapere quale tipo di strumento urbanistico ritiene
essere più efficace per una edilizia di qualità e sostenibile.
Pensa sia meglio tornare all'antico, ovvero al Prg, che, con le sue
varianti e grazie alla 167, ha consentito alla politica di
cambiare in peggio il volto della nostra città e delle sue
periferie, oppure crede che a favorire l'edilizia rigeneratrice si
presti di più lo strumento “ piano integrato di riqualificazione
urbana”?
E cosa pensa esattamente, Cecilia,
dell'Urban Center, nato a Rieti quando era assessore Chicco Costini?
Come ogni strumento, un Urban Center può essere usato bene ( in
tante città italiane, e non, funziona benissimo) o male. Può essere
un progetto che resta sulla carta, oppure a creare uno spazio
necessario al confronto, alle proposte, all'informazione, al
dibattito ed alla trasparenza. Cose necessarie a fare
dell'urbanistica qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che è
stata fino ad oggi. Una differenza di cui questa città ha un grande
bisogno.