venerdì 23 dicembre 2011

Il vecchio che non giova alle primarie del Pd

“ La politica è la continuazione della guerra con altri mezzi”, ha scritto Carl von Clausevitz nel famoso saggio “Vom Kriege”, Della guerra. E lui, generale tedesco e studioso dell'arte in cui eccelse lo stato prussiano ottocentesco, conoscendo bene gli elementi costitutivi della conflittualità, sapeva riconoscerli in ogni fenomeno umano fondato sulla contrapposizione degli interessi. E quale fenomeno ha natura più conflittuale della politica?

I costituenti hanno posto i partiti, associazioni private di cittadini, al centro dell'agone politico come luoghi di partecipazione e di rappresentanza degli interessi particolari della società. Ai partiti, con l'art.18, è stato assegnato il compito di formare il pensiero dei cittadini, la selezione del personale politico ed amministrativo, di essere bastioni della pace democratica, proprio perchè trasformano in confronto dialettico ciò che in situazioni meno mediate finirebbe in conflitto armato scomposto. Guerra.

Uscendo dal preambolo, vengo al dunque. Le primarie del centrosinistra. Come è noto la scelta è stata travagliata ed incerta. Come un po' d'ovunque anche a Rieti, la frammentazione correntizia, oggi determinata dalle “ aree”, si è aggiunta al naturale pluralismo del Pd, nato dalla famosa fusione a freddo tra Dc e Pci, producendo un di più di conflittualità. Alla fine, habemus due papi: Annamaria Massimi, segretaria cittadina e Simeoni, tesserato ed ex sindacalista della Cisl.

Tutto è bene quel che finisce con una soluzione. E soprattutto è bene che il partito democratico abbia offerto agli elettori la possibilità di scegliere tra due candidati, sicuramente diversi per storia e sensibilità politica, ma entrambi “ anomali”, politicamente parlando. Massimi, ancora “odora” di società civile, nonostante i cinque anni da consigliera regionale. Simeoni, ex sindacalista da qualche tempo, del politico ha ancora poco e niente. Questo li rende più forti e più deboli ad un tempo. La forza viene dalla estraneità a tutto quello che ha generato l'antipolitica, ovvero il potere partitocratico.

La debolezza deriva dal fatto che, se loro sono il nuovo, particolarmente Simeoni, a sostenerli è il vecchio. Quel vecchio che ha prodotto la vittoria ventennale della destra ed una opposizione fiacca e verbosa, buona più a sollevare in tanti il timore di connivenze che a rappresentare il ruolo importantissimo che la democrazia le assegna, di sentinella dell'azione politica della maggioranza. Questo vuol dire che entrambi i candidati debbono liberarsi della zavorra di chi appesantisce la loro campagna per le primarie con i toni delle contrapposizioni personali e dell'autoreferenzialità.

Lo scambio di lettere pubbliche tra i sostenitori di Simeoni e di Massimi sono un fastidioso segnale di guerra civile dentro il Pd più che di voglia di sconfiggere la destra. Di questo i due candidati sono incolpevoli vittime. Alla loro capacità, intelligenza, senso dell'importanza della funzione per cui sono scesi in campo, sta il sapersi sottrarre all'indebolimento d'immagine e di autonomia in cui rischiano di cadere a causa di quella che appare una guerra per bande tra vecchi e giovani oligarchi e funzionari del Pd. Un partito incapace di rinnovarsi proprio perchè fatto di persone e dirigenti attenti più alla difesa delle proprie posizioni che della buona amministrazione.

Quando Hillary Clinton, già convinta di essere la candidata per la presidenza americana, vide comparire all'orizzonte Obama, non ne fu contenta. I due si fecero una guerra senza risparmio di colpi, perchè “ la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi”. Ma in primo piano c'erano loro e le loro proposte politiche. Sullo sfondo, ma proprio profondo, il partito, le sue divisioni. Sarebbe un errore imperdonabile che ora, nelle primarie reatine, avvenisse l'opposto.


martedì 6 dicembre 2011

Le primarie della sinistra

Simone Petrangeli, Franco Simeoni, Gabriele Bizzoca ed Annamaria Massimi sono i quattro in gara per le primarie del centrosinistra da cui uscirà il candidato che dovrà strappare alla destra la lunga permanenza alla guida del Comune. Una permanenza che risente inevitabilmente di tutti i difetti della mancanza di ricambio. In democrazia la durata di una maggioranza è inversamente proporzionale alla sua qualità. E nonostante il pensiero civile oggi sia comprensibilmente impacciato dal convincimento del “ son tutti uguali”, le primarie rappresentano un'occasione straordinaria per ridare spazio alle differenze. Oggi con il dibattito. Domani con le politiche che si potrebbero mettere in atto.

Ma quali elementi identitari caratterizzano i quattro concorrenti? Simone Petrangeli è un giovane avvocato che milita da sempre nella sinistra cosiddetta radicale. Oggi fa parte di Sel, il partito di Niki Vendola. In un certo qual modo, politicamente parlando, è il più anziano, visto che da dieci anni è all'opposizione comunale. Per qualcuno con scarsa efficacia Per lui per colpa di una legge comunale che priva il Consiglio di qualsivoglia forza. Presto presenterà il programma che sembra sarà elaborato su di una rigorosa impalcatura ambientalista. Dall'urbanistica sostenibile, alla “green economy” la sua Rieti dovrebbe crescere salvaguardando l'ambiente.

Batte Petrangeli sull'anagrafe Gabriele Bizzoca, studente universitario di soli 25 anni. Conosco Gabriele da tempo e so con quanta passione s'impegna sui temi locali da quando era poco più di un adolescente. Presidente di “ Controvento”, associazione politica di giovani “ autogestiti”, nel senso che non fanno riferimento a “ capitani” ma alle idee di giustizia sociale, di rispetto ambientale, di diritti negati ai giovani, oggi impoveriti da una partitocrazia sprecona e vissuta alla giornata, dimenticando il futuro. Dimenticando, sotto tutti gli aspetti, il dovere delle generazioni di costruire per quelli che verranno . Bizzoca in questa tornata è l'espressione dell'antipolitica che, tuttavia, crede nella politica e scende in campo sfidandola.

Franco Simeoni è un sindacalista di lungo corso della Cisl di cui è stato segretario regionale . Proposto dal sindacato locale, preoccupato per la perdita di produttività della nostra provincia, è candidatura di tutto rispetto. Una parte del Pd crede sarebbe il candidato migliore per battere la destra. L'idea guida di Simeoni è di dare a Rieti un respiro più ampio. Rieti, secondo l'ex sindacalista, va vista all'interno del sistema regionale, dove può rappresentare una parte non secondaria, guardando a Roma come opportunità e non come un problema. L'importante è aver chiaro che Roma ha bisogno delle province laziali come queste ultime hanno bisogno di Roma. Rieti può uscire dal declino solo se sarà capace di attivare e valorizzare le sue tante risorse. Risorse che, però, necessitano di infrastrutture, come lo è il raddoppio della Salaria.

Dulcis in fundo, Annamaria Massimi, ex consigliera regionale ( per caso) ed attuale segretaria cittadina del Pd, sostenuta da una coalizione composita: parte del Pd, Comunisti Italiani ed Idv. Sarebbe ipocrita se negassi di nutrire una particolare simpatia per la sua candidatura. Per tante ragioni. La prima, anche se non principale, è perchè è una donna. Le donne non sono migliori degli uomini, solo diverse. Se si dovesse tenere una contabilità sui difetti delle donne e degli uomini, si otterrebbe un sostanziale pareggio di bilancio. Ma su una cosa le donne godono di una atavica primazia: sanno amministrare al meglio una “ famiglia” anche quando le entrate sono scarse.

E sicuramente chi andrà ad amministrare il Comune di Rieti dovrà farlo con maestria, rigore ed oculatezza, dati i suoi buchi ed una crisi che accrescerà i bisogni sociali. Inoltre è persona di scuola, professionista dell'educazione e formazione dei giovani. Su di loro sarebbero calibrate tutte le sue scelte politiche e questo oggi è obiettivo principale. Buone primarie a tutti.


Costini ed altre candidature

Per ora i possibili papabili del centrodestra per la poltrona di primo cittadino sembrano essere l'attuale presidente del Consiglio Comunale, Gianni Turina, da lungo tempo sulla scena politica e Antonio Perelli, il “ Signor milletessere”, appellativo felice di Felice Costini. Un “ Signor milletessere” che a detta dei colleghi di maggioranza, lo stesso Costini ed Imperatori, ha fatto poco e niente come assessore delle “ Attività produttive”. Valutazione condivisa da negozianti, albergatori, artigiani e cittadini. I primi lamentano l'inesistenza da parte del Comune di qualsivoglia misura a favore delle loro categorie, abbandonate alla crisi, nazionale e locale, dopo gli annunci di piani e provvedimenti mai realizzati.

Il“ recupero del centro storico”, era stato promesso. Basta farsi un giro per vedere di cosa si parla. I locali comunali dei portici di Piazza Vittorio Emanuele, vetrina naturale della città, sono spazi abbandonati alla sciatteria ed all'abbandono, con effetti negativi immediati sulle attività commerciali limitrofe. Per non dire dell'uso che si fa della piazza stessa, come il triste mercato mensile della Coldiretti (serbatoio di voti, però). E cosa combinare di peggio a dei negozianti che cercano di sopravvivere all'impoverimento sociale, se non iniziare i lavori per il recupero del mercato coperto, per poi sospendere tutto lasciando che topi e sporcizia disgustino i clienti (che non trovano nemmeno un parcheggio, visto che non è limitato) ?

Ed il rilancio turistico del Terminillo a che punto è? Ed il progetto per la costituzione dell'Ente Fiera della città di Rieti? Se Perelli pensa di candidarsi alla funzione di sindaco dovrà elencare le cose fatte, sottraendole alle promesse, oltre che dimostrare l'assiduità della presenza alle attività comunali. Più interessante è la candidatura dell'ex assessore Costini, sostenuta da una lista civica. Interessante perchè l'uomo è tanto prigioniero della cultura fascista (pensa , curiosamente, che l'Inghilterra, origine e tuttora protagonista di uno dei Welfare State più solidi d'Europa, sia priva di un Servizio Sanitario Nazionale, confondendo la “ Perfida Albione” con gli Usa), quanto capace di agire da battitore libero. In caso di ballottaggio potrebbe fare la differenza.

Ho incontrato Costini lunedì scorso al caffè preferito da Area, la sua associazione culturale. La ragione dell'incontro a cui gentilmente si è prestato è l'importanza che assegna al programma più che allo schieramento. Cosa, francamente, che sembra mancare anche a sinistra. Un programma che suona convincente, al di là che sia di sette pagine, dal fatto che è basato su dati di fatto come il “ progetto Plus”, presentato in Regione da assessore all'Urbanistica. Un progetto che, se finanziato, potrebbe davvero servire alla valorizzazione del centro storico.

Come convincenti sono, al di là delle opposizioni alquanto ideologiche messe in campo, l'Urban Center ed i Piani integrati, utili al recupero, finalmente, delle aree ex industriali realizzati con la collaborazione dell'Università reatina. Un recupero basato sulla “ interazione pubblico-privato” e sulla trasparenza. Una trasparenza assente negli ultimi trenta anni e che ha visto l'uso selvaggio della 167 in nome della quale sono nate le lottizzazioni trentennali con cui è stato divorato tanto del nostro patrimonio verde (ndr) e con cui sono state messe quasi a morte attività storico-produttive come quelle del Molino del Cantàro. Una risorsa produttiva e patrimonio storico collettivo scelleratamente sottovalutato dai nostri amministratori, come fatto anche per l'Istituto Strampelli.

“ Rieti, come dice Diego Di paolo, non ha niente di grande, ma ha tante ricchezze piccole che vanno messe a sistema”, dice Costini citando il “ padre” del Cammino di Francesco. Da sindaco lavorerei per questo. Alla domanda se farebbe assessore Di Paolo, risponde che no, sarebbe sprecato. “Meglio sarebbe se guidasse una struttura comunale per la gestione turistica”. Ce la farà Costini a far vincere di nuovo la destra ed a ricevere sufficiente consenso per realizzare l'ambizioso programma?

Come direbbe Shakespeare, inglese vissuto nel secolo in cui, nel 1601, veniva promulgata la “ Poor Law ”, la legge sui poveri, embrione del futuro Welfare State: “Oh se fosse dato all'uomo di conoscere la fine del giorno che incombe! Ma basta che il giorno trascorra e la fine è nota”.