La consigliera regionale del Pdl Lidia
Nobili è disarmante. Parlare con lei del terremoto che sta scuotendo
il suo partito regionale significa ricevere una prospettiva che
sfugge all'ordinarietà del pensiero. “ In fondo con i soldi che i
gruppi regionali ricevono si dà lavoro ed io ho li ho spesi sul
territorio”, dice. Difficile darle torto sul principio che mettere
soldi in circolo fa bene al mercato ed al lavoro. Peccato che il
discorso valga anche per quelli spesi per donnine, ostriche e
champagne; per quelli della mafia ( nessun accostamento, si intende
con la consigliera la cui onestà non si mette in dubbio) o per
quelli del mercato nero, regno dell'evasione selvaggia.
E peccato che i principi di utilità e
di produttività siano colonne portanti di contributi pubblici. A
chi e a cosa servono? Per ottenere cosa? Se si spendono per ottenere
una migliore sanità e migliori scuole portando sul posto chi decide
per essi, è una cosa, se servono solo ad essere eletti in tre
consigli istituzionali è un'altra.
L'unico argomento su cui non si fa
fatica a convenire è che l'utilizzo di Lallaria, azienda di
strategia comunicativa di Paolo Campanelli è stata una legittima
scelta fatta per stima ed amicizia, oltre che per la volontà di
spendere i soldi regionali sul territorio. Paolo Campanelli è un
professionista di riconosciuta capacità oltre che di autonomia
mentale. Ha lavorato con l'Apt al tempo della direzione di Di Paolo e
per cinque edizioni della rassegna “ I giorni di Francesco”,
un'iniziativa dove Nobili assessore comunale, ne ha sperimentato
l'efficacia da cui è nata la decisione di continuare a servirsene.
Si può convenire anche che sostenere o
semplicemente alludere al fatto che Campanelli non sia più credibile
nella sua attività di cittadino impegnato politicamente: candidato
nelle ultime amministrative a Fara Sabina con “ Sabina virtuosa”;
candidato alle ultime amministrative comunali reatine con “ Rieti
virtuosa” e fondatore di una associazione che si batte da anni
contro la nascita del Polo della logistica, “Sabina Futura”,
perchè ha lavorato per Nobili, rientra nella strategia del “
sospetto” che ormai sta inquinando la nostra vita pubblica e civile
da cui nessuno sembra salvarsi. E' un modo per dire: tutti colpevoli,
nessun colpevole” e lasciare le cose come sono. E invece,
evangelicamente la “ verità” si raggiunge distinguendo il grano
dal loglio. Lallaria è una cosa. Quello che fa il cittadino
Campanelli è un'altra.
Ma quello che scrive il presidente
Melilli su Facebook può anche avere il suo senso. ”Se si guida un
movimento che fa della trasparenza ed il rigore il suo faro, credo si
abbia qualche dovere in più. Non ci si salva dicendo che la
contabilità è a posto, ci mancherebbe non lo fosse. Ci si salva
rendendo pubblici alcuni dati. Proviamo:quanti incontri sono stati
fatti. Quali e dove? Quanto è costato ognuno? Quali le voci di
spesa? E qual era il titolo dell'incontro?” Domande legittime a cui
il Campanelli politico non dovrebbe sottrarsi al fine di fugare ogni
ombra di commistione col partito che lui ha sempre pubblicamente
avuto come avversario.
Melilli invoca la trasparenza e quanto
sta accadendo può rappresentare una grande occasione per promuoverla
come strumento di democrazia matura, da sempre pallino solo dei
Radicali e poi di Beppe Grillo. C'è da augurarsi che serva a far
conoscere come spendono il contributo tutti i nostri consiglieri
regionali: da Cicchetti a Perilli. Che divenga accessibile a tutti
ogni rendicontazione delle spese delle campagne elettorali. Che
finalmente ciò che è attività pubblica lo sia davvero. Riguardo
alla rendicontazione sul lavoro svolto da Lallaria è faccenda che
spetta soprattutto alla cliente Nobili.
Il presidente Melilli, quindi, fa bene
ad invocare la trasparenza, ma quando Marco Giordani, sempre su
Facebook, gli ricorda di non aver dato seguito all'Anagrafe Pubblica
degli Eletti, deliberata dal Consiglio provinciale da due anni,
promossa da Sabina Radicale e voluta da Vincenzo Ludovisi, la
risposta è a dir poco avvilente: “ Ho scritto ripetutamente a
tutti perchè lo facciano. Anche per un problema di coerenza(l'hanno
votata loro)“. Risposta disarmante quanto quelle di Nobili. Si ha
l'idea di un presidente impotente nella sua funzione e
sostanzialmente distante dalla decisione presa in merito alla
trasparenza. Lui ha fatto la sua parte? Ha pubblicato il suo status?
Si ha l'idea, soprattutto, di una
classe politica ormai confusa ed analfabeta su quello che spetta ai
rappresentanti istituzionali. Ad essi non compete distribuire soldi e
lavoro. Ad essi spetta creare le condizioni per favorire la
produttività e la nascita dei posti di lavoro che non vanno
considerati una elargizione, favori, ma opportunità di vita, di
dignità e di messa a frutto di meriti e competenze. Ad essi non
spetta nemmeno rinfocolare polemiche ma far rispettare regole e
delibere.
Che Vincenzo Ludovisi, Pd, utilizzi la
vicenda come lotta politica è nell'ordine delle cose. A lui va fatto
notare, tuttavia, che la conoscenza di 14 milioni 985.544 euro dati
ai partiti, mentre si chiudono ospedali e scuole, la si è avuta
soltanto per faide interne al Pdl e, soprattutto, alla coerenza
radicale, non alla decisa opposizione dei consiglieri del suo
partito. Né l'attività del partito di cui è segretario provinciale
può vantare la trasparenza che oggi si chiede agli altri. Se il
consigliere regionale della Lista Bonino, Giuseppe Rossodivita, non
avesse pubblicato il bilancio del suo gruppo sul sito internet del
partito radicale non avremmo contezza dell'ammontare vergognoso del “
contributo regionale” per i partiti, mentre si chiudono ospedali
e scuole.
La consigliera Nobili mi fa notare che
con i soldi ricevuti i consiglieri pagano anche i portaborse, tra cui
qualche giornalista reatino che, per questo, non può vantare una
libertà di stampa al di sopra di ogni sospetto quando scrive di lei
e di Campanelli. Una qualche ragione le va riconosciuta, ma quando le
regole, scritte e non scritte, diventano un pasticcio confuso,
distinguere il lecito dall'illecito, il giusto dall'ingiusto,
l'opportuno dall'inopportuno, ciò che compete alla legge da ciò che
spetta al politico, è un esercizio faticoso e sfuggente come
afferrare un ramo fragile mentre si è risucchiati dalla melma di una
palude. Eppure va fatto.
P.S. Apprendo dal presidente Melilli
che tutti i suoi dati sono stati pubblicati. Sia il reddito
precedente la sua elezione che quello attuale, nonché il patrimonio
proprio e della famiglia.
Me ne compiaccio e mi scuso per la
svista, auspicando che lil buon esempio sia seguito da tutti e che
tutto sia di facile reperibilità per i cittadini