giovedì 10 ottobre 2013

In morte ( magari sarà un altro Lazzaro) di RL TV: Roberto Pietropaoli imprenditore incompreso

Quando incontro per l'intervista Roberto Pietropaoli, commercialista, presidente della squadra di calcetto Real Rieti Calcio a 5, in serie A e proprietario di RL TV, televisione locale nata ad aprile dello scorso anno ed ora in difficoltà, mi dice di essere stato mio alunno per qualche settimana. Lo guardo nel disperato tentativo di ricordare. Dopo aver sentito il quando e il dove mi viene in mente solo che ero alla mia prima esperienza d'insegnamento, alla scuola media A.M.Ricci e che di tempo ne è passato parecchio. Nient'altro. Solo dopo averlo ascoltato per un po' ritrovo in quella dell'adulto, barba e capelli brizzolati, la faccia di ragazzino vivace dagli occhi sorridenti di tanti anni fa.

Ma la vivacità è diventata impeto, foga di dire, e gli occhi sprizzano elettricità nervosa. Non conosco la sua vita e posso solo cercare di capire. Dopo la lunga chiacchierata capisco che c'è molta amarezza. A dolere non è solo la presa d'atto del fallimento di una iniziativa imprenditoriale. A fare male è la fatica d'intraprendere nella propria città.

Lo scorso anno, dopo l'inaugurazione di una nuova televisione dove avrebbero lavorato tanti giovani e qualche veterano, non per età, ma per mestiere, come Katiuscia Rosati e Simone Fioretti, scrissi un articolo intitolato “RLTV: un progetto ambizioso”. Oggi che quel progetto sembra incontrare difficoltà cerco di rispondere a domande e dubbi: perchè è nata la televisione? Se ne sentiva il bisogno? Quali motivi possono aver spinto l'editore ad investire nella quarta emittente locale, ancorchè regionale? Chi c'è dietro? E dove ha preso i soldi? Le risposte le ho cercate direttamente alla fonte. Ho trovato un ex alunno e una gran voglia di rispondere.

Partiamo dalla tua ultima impresa: come è nata l'idea di diventare editore televisivo?

La mia è una piccola televisione con degli strumenti più innovativi. La gente pensa che chissà che costo abbia avuto, invece è quanto spende chi investe in un piccolo appartamento o nell'apertura di un negozio. Nessuno si fa domande quando la gente spende soldi in queste cose .

Quanto è costata l'operazione RL TV?

Meno di 250mila euro. Ma capisco che la televisione, facendo informazione, può far considerare l'editore un pericolo. Si pensa subito a Berlusconi. A questo va aggiunta la reatinità. Che ci vorrà fare questo? Fedeli ha preso Rieti Calcio: che ci deve fa'? Che ci vuole guadagna'? Perchè Beppe Cattani prende il basket? Che ci vuole fa'? Io, invece che comprarmi la casa al mare ho investito in un'attività commerciale. Sono figlio di commercianti. Mio padre mi diceva che le case non fanno mangiare. E' l'impresa che ti fa vivere.

Quindi hai pensato di fare impresa nel campo televisivo.

Esatto! Io da anni faccio il commercialista con diversi studi, compreso uno a Milano. Ho messo su famiglia e sentivo il bisogno di stare più a Rieti, dove non ho tanti interessi come tanti colleghi commercialisti. Io non faccio il revisore nei comuni o nelle comunità montane. Né faccio il consigliere regionale. Dieci anni fa sono andato a fare il commercialista fuori. Volevo tornare anche per stare vicino a mia madre e ho pensato a un tipo d'investimento diverso.

Ma perchè una televisione?



E' stato un po' per caso. Diciamo che tutto è cominciato con la presidenza della squadra di Rieti Calcio a 5 e le riprese televisive.Quello che non capisco è perchè ci siano tanti sospetti intorno alla mia iniziativa imprenditoriale. E' da lì che ho cominciato a ettere in piedi un'organizzazione con Katiuscia Rosati e Simone Fioretti. E' così che è nata una cosa più tecnologica. Senza voler sminuire nessuno.

Hai tanto personale. Sono costi che altre televisioni non hanno.

Sì, ma sono tutti lavoratori a contratto. Parecchi vengono pagati in base a quante ore lavorano. Ci sono persone che vengono solo alcuni giorni. Ma ci siamo sempre trovati d'accordo.

Sì, ma poi hai mandato una e-mail per annunciare il licenziamento. Ti sembra normale?

E a te sembra normale che si usi la mia televisione per rendere pubblico un comunicato senza che ne sapessi niente? Non sarebbe stato corretto parlare con me prima?

Anche in passato si sono viste sfasature tra te e i tuoi giornalisti. Prendiamo la vicenda del sindaco Petrangeli. Sembrava che tu intendessi licenziare Marco Fuggetta. Come mai sei tornato sulla decisione?

Non mi sono mai sognato di licenziare Fuggetta. Petrangeli mi chiamò mentre ero a Perugia per dirmi che stava per denunciare il giornalista che aveva fatto uno scivolone. Risposi che Fuggetta era grande e grosso e in grado di difendersi. Poi ho chiamato Fioretti per dirgli di avvertire Marco. Questo è quanto. Guarda che c'è una parte della città che sperava che io dessi una mano a screditare il Sindaco, ma a me non interessa fare questo. Io sono una persona onesta e nei giochetti della politica non voglio entrare.

Ma è vero che hai un interesse per l'appalto comunale delle mense?

Io? Ma quando mai? E chi ne capisce di mense? Io a Rieti non voglio investire più niente. Riguardo a Petrangeli, non è venuto nemmeno all'inaugurazione della mia televisione, né alla partita di venerdì scorso della mia squadra che è in serie A. Un sindaco dovrebbe sentire l'obbligo di farsi vedere Figurati se era tra i miei amici! Come non è venuto Perelli, d'altronde, pur sapendo che io votavo a destra.

Che rapporto hai con l'Onorevole Melilli?

Ecco un'altra faccenda da spiegare. Ho conosco Melilli soltanto quando sono diventato presidente della squadra Rieti calcio a 5. Non avevamo un posto dove giocare. Mi rivolsi al Presidente della Provincia che non sapeva nemmeno cosa fosse una squadra di calcio a5. Mi disse subito di non avere soldi. Chiesi la gestione del Palamalfatti che era in condizioni pessime. Mi rispose: tu sembri una brava persona, meglio che lo prenda qualcuno che vederlo buttato nelle condizioni in cui è. Era uno schifo totale. Siamo arrivati in serie A. Due anni dopo, dopo che io avevo ripulito tutto, la Provincia ha fatto un appalto pubblico per la gestione. Lo vinse qualcuno che gli amici in Provincia li aveva davvero. Non io. Ho dovuto pagare l'affitto a gente che dopo un anno fu mandata via perchè non pagava.

E poi?

E poi, dopo altre peripezie, una volta arrivato in serie A, ho dovuto portare la squadra ad allenarsi a Terni, a Perugia, a Roma. Quello che posso dire è che io non ho mai preso un soldo pubblico da questa città, mentre ho sempre onorato i pagamenti. C'è gente che ha preso quantità enormi di soldi pubblici. Ma nessuno ne parla. C'è uno scandalo su due televisioni reatine. Perchè nessuno si chiede come è finità? Invece parlano di Pietropaoli che per far giocare la serie A a Rieti ha dovuto prendere finanziamenti bancari.

Quindi dietro la tua televisione non c'è l'appoggio di Melilli..

Ma quando mai? Ma almeno Melilli ha fatto quanto poteva per aiutare la squadra di Calcio a 5. Tutti gli altri mi hanno evitato. Cicchetti, Rositani, Petrangeli. Oggi Nobili solidarizza con i ragazzi di RL TV, ma non ha fatto niente per aiutare la nostra televisione, né Rieti calcio a 5. Così la Fondazione. Ho chiesto un contributo per la squadra. Mi ha risposto di no dopo due anni. Non ho avuto niente dall'Ente del Turismo, né dalla Camera di Commercio. Ma siamo in serie A da tre anni. Siamo l'unica serie A in questa città e nessuno se ne occupa.

Ma come ti spieghi tanta indifferenza?

Te lo spiego io. In questa città si fa grande fatica ad avere successo se non sei di una famiglia storica e se non ti butti in politica. Io ho perso mio padre che avevo 22 anni e mia madre vendeva le scarpe. Me ne sono andato da questa città proprio perchè ti fa sentire nessuno. Io ho pensato d'investire in questa città anche per portare del bene. Ora sono stufo e me ne vado.

Per tornare alla televisione. Qualche mese dopo l'inizio sono cominciati ad uscire dei giornalisti, Rosati, Porqueddu, Nicoletti.

Ho dovuto tagliare. Rosati è uscita per ragioni di famiglia. Ma gli altri due non potevamo permetterceli. Tagli dolorosissimi. Erano bravi, ma costosi. Ho dovuto licenziarli per tenere tutto il resto. Speravo che la parte commerciale decollasse, ma non è andata come speravo. Poi, a dicembre è stata fatta una riforma che ha ridotto le licenze per i ponti. Io li affitto, non li posseggo. La cosa ha richiesto un cambiamento costoso.

Ma il prodotto offerto dalla tua televisione in cosa si distingue nel sistema dei media locali? Cosa offre di diverso e di più nel campo dell'informazione?

Questo ci fa entrare in un discorso diverso. Ed è qui che nascono i veri problemi. E' chiaro che va offerto un prodotto che faccia venire la voglia di sintonizzarsi sul canale 677. Io avevo in mente un'informazione sul tipo di Sky, ma i miei collaboratori non mi hanno seguito

Certo, se si fa una copia di qualcosa, tanto vale vedere l'originale. Non cambiare abitudini. Diciamo che la competizione sembra aver aiutato più altri che voi. Rtr sembra essersi rivitalizzata.

Hai messo il dito nella piaga. Il contrasto tra me e lo staff nasce proprio dalla diversa idea che abbiamo di come andrebbe fatta l'informazione. A me piace Sky. ma non ho i mezzi di Murdoch e siccome i miei collaboratori non mi seguono ho deciso di lasciare. Speravo che i ragazzi, stimolati, stuzzicati, riuscissero a fare quello che io contavo di fare. Nello sport ci siamo riusciti e siamo i primi.

Ma sei davvero deciso a lasciare...? ( Chiamano da Milano. E' una delle due segretarie dello studio lombardo).

Sì, sì. Andremo avanti fino a quando non troviamo qualcuno interessato. Io mi sono affidato mani e piedi a Fioretti e Rosati, ma mi sono fidato troppo. Alla fine sembra che il problema sia che io urlo, non che non ci vedono. E se non ci vedono l'impresa non ha futuro. E a me interessa fare impresa, non di entrare nelle diatribe politiche.

Peccato.

Sì, peccato. Peccato soprattutto che questa città faccia passare la voglia d'investire a Rieti. La cosa che mi ha dato più fastidio sai cos'é?

Cosa?

E' stato che invece di capire lo sforzo, apprezzare quello che abbiamo cercato di fare, magari venire incontro ai ragazzi che hanno trovato un'occupazione, facendo anche esperienza, in troppi hanno risposto alla solita maniera disfattista del “ que te pensi de fa?” “ do bo' ji issu? “ .