giovedì 16 gennaio 2014

Il gran rifiuto di Joseph Polimeni. Ceffone a Rieti




Alla notizia della nomina del nuovo Dg della Asl di Rieti ho fatto quello che ogni giornalista fa, ho cercato notizie, ho sollecitato contatti per avere notizie, ho interrogato il web per mettere insieme l'identità del dottor Joseph Polimeni. A primo acchito l'impressione è stata buona. A parte il nome di esotica origine americana, cosa di per sé non spiacevole ( almeno per chi scrive), dalle cose trovate emergeva un profilo di manager formato alla scuola della sanità toscana. Una delle migliori in Italia. Benissimo, mi sono detta, forse Zingaretti ci ama.


La formazione è importante e ancorchè sia noto a tutti che la nomina a direttore generale di una asl ha natura squisitamente politica, nel senso che l'incaricato è braccio esecutore della politica sanitaria della maggioranza regionale, tuttavia la competenza e la capacità di declinarla, più o meno bene, ha la sua importanza. L'ultimo Dg Gianani insegna: al manager pubblico è richiesto di saper miscelare opportunamente autonomia di azione e disciplina. Se questo non succede sono guai per l'ecosistema sanitario locale. Chiamiamolo così.

Sono bastate poche ore per annullare la fatica della ricerca di notizie. Il dottor Polimeni, attuale direttore sanitario di Lucca, a poche ore dalla nomina, ha fatto il “ gran rifiuto”.

 A venire a Rieti, a dirigere una azienda sanitaria malconcia e forse in dismissione, visto che si parla da tempo di accorpamento con Viterbo, l'attuale Direttore Sanitario di Lucca,  non ci pensa proprio. Una notizia caduta come una travata sulla testa non solo di chi fa informazione ma, a quanto pare, di politici e sindacalisti, pronti a stracciarsi le vesti per l'entusiasmo con pubblici e repentini comunicati.


Ormai la politica non ci risparmia nulla. Sembra che tutto avvenga con improvvisazione e metodi che della serietà fanno scarsissimo uso. Si procede arrancando più che avanzando verso obiettivi chiari e ben calcolati. E' mai possibile che sia annunci un incarico senza avere la certezza dell'accettazione da parte dell'incaricato? E l'incaricato si mette volontariamente in un elenco di candidature con la clausola di salvaguardia personale del rifiuto se la sede non è gradita? O forse qualcuno non ha gradito che lui si candidasse lasciando il posto ricoperto ora ( qualcuno dice che il suo attuale Dg, presente in lista non abbia gradito lo scavalco).


Comunque sia andata, sembra che a decidere tutto, procedura per la selezione dei manager e scelta degli stessi, sia stato Zingaretti. Avere un responsabile in un paese dove non ce ne sono mai, è già qualcosa. Se Zingaretti ha sbagliato, a lui oggi va chiesto di riparare il danno. L'unica riparazione seria è una seconda scelta più qualificata della prima. La nostra sanità è in sofferenza. La nostra Asl è fortemente a rischio di perdita di autonomia.


L'accorpamento con la Asl di Viterbo è più di una chiacchiera e come ho già avuto modo di scrivere in passato, alla luce della nostra condizione complessiva di arretramento ( mi dispiace non poter condividere la soddisfazione del sindaco Petrangeli per l'apprezzamento ottenuto dalla classifica del Sole24Ore. Sono preoccupatissima per la mia città ) non andrà a nostro vantaggio.


Zingaretti ha consentito di dare a Rieti l'ennesimo ceffone. Chi ci rifiuta dà di noi l'immagine di un territorio non appetibile, anzi. Spetta a Melilli ( che almeno si è risparmiato la figuraccia di unirsi al coro degli auguri), Refrigeri, Mitolo ( nel Dicembre scorso aveva annunciato una svolta per la sanità locale), Petrangeli e tutti i sindaci di questa provincia ( ancora lo è) di pretendere una immediata riparazione e di conoscere senza più vaghezze il destino della nostra sanità.


Di più per ora non si può dire. Anche per non correre il rischio di fare la medesima brutta figura di chi ha prodotto i fatti di oggi e di chi ha esultato e augurato senza contare fino a dieci.