martedì 24 maggio 2016

Sì al referendum costituzionale



Sarà una campagna referendaria lunghissima ed estenuante.Conservatori ( anche in buona fede) e progressisti ( anche in buona fede) si sfideranno in una gara ( si spera non una guerra) argomentativa che alla fine porterà il paese a scegliere se restare seduto o provare a camminare più leggero ( e ad evitare la noia di sentir promettere le riforme per un altro quarantennio).

Da laica non capisco la teologia della Costituzione di chi la considera intoccabile. Una Costituzione non è libro un sacro e non dovrebbe nemmeno avere la pretesa di essere " la più bella del mondo". Una Costituzione non dovrebbe avere, sinedri e Consigli sacerdotali deputati alla sua conservazione, ma reale attuazione.

E se solo si volesse andare a vedere con onestà quanto sia davvero applicata nei suoi principi alla realtà si vedrebbe quanto è disattesa. Oggi tanti giuristi e intellettuali si fanno più sinedrio che veri difensori del dettato costituzionale.

Quindi, cos'è una Costituzione? E' uno strumento storico, nato dopo eventi storici importanti, nel nostro caso il Fascismo, per dare organizzazione ideale e pratica a uno Stato. Visto che è uno strumento che deve aiutare la vita di una nazione e favorire la migliore esistenza dei suoi cittadini, ha bisogno di periodiche manutenzioni per essere resa più efficace nell'affrontare i problemi del futuro. Le riforme servono a questo. E mai vanno a toccare, nemmeno questa volta, i principi fondamentali.

I conservatori del No affermano che le riforme del governo Renzi non sono perfette. Giacchè il fronte del No è composito e va dall'estrema destra all'estrema sinistra, ognuno ha il suo pezzetto d'imperfezione da attribuire. Siccome continuo ad amare Popper concordo con lui quando in " Rivoluzione o riforme" scriveva " chiunque ha tentato di creare uno Stato perfetto, un paradiso in terra, ha in realtà realizzato un inferno"

Personalmente penso sia giusto votare Sì, anche accettando l'argomento dell'imperfezione, visto che nonostante le difficoltà del momento continuo ad avere fiducia nella democrazia e nella sua natura di governo imperfetto, basato sul rischio e la scommessa. Quando votiamo accettiamo sempre il rischio di scommettere su qualcuno. E se quel qualcuno ha tradito le attese la volta dopo si cambia.

Siccome non sono giurista e non voglio attribuirmi competenze che non ho, per motivare la mia scelta, molto fondata sull'idea che in un mondo che si fa sempre più complesso sia necessario il metodo della semplificazione, della governabilità e della riduzione degli sprechi ( vedi Cnel), mi servirò di persone competenti e, spero, in buona fede. per entrare con più perizia nel merito.

http://media2.corriere.it/corriere/pdf/2016/Le_ragioni_del_Si.pdf

Nessun commento:

Posta un commento